I lavori in quota rappresentano una delle attività più rischiose in ambito edilizio e industriale, soprattutto quando vengono effettuati su superfici non portanti come le lamiere grecate.
Questi materiali, ampiamente utilizzati per la realizzazione di coperture e rivestimenti, presentano caratteristiche strutturali che richiedono precauzioni particolari per evitare il rischio di cadute dall’alto.
La prevenzione inizia con una corretta pianificazione delle attività e prosegue con l’adozione di misure tecniche e organizzative adeguate.
È fondamentale che chi opera in questi contesti comprenda i pericoli specifici e le strategie disponibili per contenerli, nel pieno rispetto delle normative sulla sicurezza.
Questa guida approfondisce gli aspetti legati alla valutazione del rischio, ai sistemi anticaduta più idonei e all’importanza della formazione per prevenire incidenti durante le operazioni su lamiere grecate.
L’analisi dei rischi è il primo passo per una prevenzione efficace
Prima di avviare qualsiasi intervento in quota su coperture in lamiera grecata, è indispensabile valutare le condizioni di rischio che possono compromettere la sicurezza degli operatori.
L’identificazione delle criticità permette di adottare soluzioni mirate e proporzionate alla tipologia di lavoro da svolgere.
Caratteristiche delle lamiere grecate e rischi associati
Le lamiere grecate sono spesso impiegate per coperture industriali grazie alla loro leggerezza e facilità di posa.
Tuttavia, proprio queste caratteristiche comportano alcune criticità dal punto di vista della sicurezza.
La ridotta portanza strutturale, la scarsa aderenza al calpestio e la possibile presenza di elementi ammalorati rendono particolarmente rischioso il transito in quota.
L’instabilità delle lastre, soprattutto in presenza di pioggia, condensa o ghiaccio, aumenta il pericolo di scivolamenti.
Inoltre, in assenza di adeguati dispositivi di protezione, l’eventuale cedimento localizzato può provocare una caduta dall’alto con gravi conseguenze.
La presenza di lucernari non portanti o elementi trasparenti aggrava ulteriormente il rischio, poiché possono non essere visibili a colpo d’occhio e cedere al minimo peso.
Valutazione preventiva e documentazione di sicurezza
Per operare in modo conforme, è necessario redigere un documento di valutazione dei rischi specifici, all’interno del quale vengano descritte le condizioni della copertura, i punti critici e le misure di protezione previste.
Tale documento deve includere una planimetria dell’area interessata, l’individuazione delle vie di accesso sicure e una descrizione dettagliata delle modalità operative.
Nel caso in cui si tratti di un cantiere temporaneo o mobile, è obbligatoria la redazione di un Piano Operativo di Sicurezza (POS) o, in caso di più imprese coinvolte, un Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC).
La presenza di personale formato e la designazione di un preposto per il controllo delle attività sono elementi essenziali per garantire il rispetto delle procedure.
Analisi strutturale della copertura e accessibilità
Un’ulteriore valutazione da effettuare riguarda la capacità portante effettiva della copertura.
In molti casi, soprattutto su edifici datati o realizzati con materiali leggeri, le lamiere grecate potrebbero non essere in grado di sostenere il peso di un operatore.
È quindi necessario effettuare una verifica tecnica sullo stato di conservazione delle lastre, della sottostruttura e degli eventuali fissaggi.
Anche l’accesso al tetto deve essere considerato con attenzione.
Scale, passerelle o trabattelli devono essere posizionati in modo stabile, senza creare zone di rischio aggiuntive.
In alcuni casi è opportuno prevedere l’uso di dispositivi mobili o temporanei per agevolare il transito in sicurezza.
L’utilizzo dei dispositivi anticaduta è fondamentale per la sicurezza degli operatori
L’intervento diretto su coperture in lamiera richiede l’adozione di sistemi di protezione individuale o collettiva progettati per prevenire cadute accidentali.
La scelta del dispositivo più idoneo dipende dalla configurazione dell’ambiente di lavoro e dalla natura dell’attività da svolgere.
Sistemi di protezione collettiva e soluzioni temporanee
Le protezioni collettive, come parapetti provvisori, reti di sicurezza e passerelle portanti, rappresentano la prima linea di difesa in molti contesti.
Queste soluzioni permettono di delimitare le aree di transito, impedire l’accesso accidentale a zone pericolose e ridurre la necessità di dispositivi individuali.
L’installazione di parapetti lungo i bordi della copertura è una misura efficace nei casi in cui sia necessario operare vicino al perimetro.
Anche le passerelle temporanee, realizzate con materiali rigidi e antiscivolo, possono essere utilizzate per distribuire il carico e consentire il camminamento su zone non portanti.
Tali elementi devono essere ben fissati e dimensionati in base alla superficie disponibile e alla frequenza di passaggio.
Linee vita e ancoraggi per la protezione individuale
Quando le protezioni collettive non sono applicabili o sufficienti, è indispensabile ricorrere a sistemi di protezione individuale.
Le linee vita rappresentano la soluzione più comune: si tratta di dispositivi anticaduta costituiti da cavi flessibili o binari rigidi, ai quali l’operatore si collega tramite un dispositivo retrattile o una fune con dissipatore.
Ogni linea vita deve essere progettata in base alle caratteristiche strutturali dell’edificio e deve disporre di punti di ancoraggio certificati.
L’utilizzo corretto della linea vita prevede l’adozione di imbracature omologate e l’impiego di connettori compatibili con i dispositivi installati.
La manutenzione periodica dei componenti è fondamentale per garantire la loro affidabilità nel tempo.
DPI obbligatori e modalità d’impiego in sicurezza
L’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI) è regolamentato dalla normativa vigente.
Per i lavori in quota su lamiere grecate, l’equipaggiamento minimo comprende: imbracatura anticaduta con attacco dorsale, cordino con assorbitore di energia, casco con sottogola e calzature antiscivolo.
In caso di movimentazione di materiali o attrezzi pesanti, può essere richiesto anche l’uso di guanti e sistemi di sollevamento.
È fondamentale che ogni operatore sia addestrato non solo all’utilizzo dei DPI, ma anche alla loro verifica prima dell’impiego.
Ogni componente deve essere integro, pulito e correttamente regolato per garantire la massima efficienza in caso di emergenza.
La formazione e l’organizzazione del lavoro riducono il margine d’errore
La prevenzione delle cadute non dipende solo dall’attrezzatura utilizzata, ma anche dalla preparazione degli operatori e dalla pianificazione accurata delle operazioni.
Un ambiente di lavoro ben organizzato e un personale formato contribuiscono in modo decisivo alla riduzione degli infortuni.
Corsi obbligatori e addestramento specifico per i lavori in quota
Chiunque svolga lavori in quota deve aver frequentato un corso di formazione specifico, conforme ai requisiti previsti dal Testo Unico sulla Sicurezza.
Tale corso fornisce le conoscenze teoriche e pratiche necessarie per affrontare in modo consapevole le situazioni di rischio.
L’addestramento include simulazioni di utilizzo dei DPI, esercitazioni su linee vita e manovre di emergenza in caso di sospensione inerte.
È previsto anche un aggiornamento periodico, finalizzato al mantenimento delle competenze acquisite e all’adeguamento alle novità tecniche e normative.
Organizzazione delle attività e sorveglianza in cantiere
Ogni attività in quota deve essere pianificata in anticipo, stabilendo la sequenza delle operazioni e definendo i ruoli dei diversi soggetti coinvolti.
L’organizzazione del lavoro deve prevedere una sorveglianza attiva da parte del preposto, che ha il compito di vigilare sull’applicazione delle misure di sicurezza.
È buona prassi limitare l’accesso all’area di lavoro a personale strettamente necessario, per evitare affollamenti e interferenze tra le attività.
In presenza di condizioni meteorologiche avverse o di fattori imprevisti, il responsabile della sicurezza deve valutare la sospensione dei lavori.
Comunicazione, segnaletica e gestione delle emergenze
Una comunicazione efficace tra i membri della squadra rappresenta un elemento chiave per il coordinamento in quota.
L’uso di radio, segnali visivi o sistemi vocali può migliorare la reattività degli operatori, soprattutto in caso di situazioni critiche.
La segnaletica di sicurezza deve essere chiara, visibile e conforme alle disposizioni normative.
L’accesso alle coperture deve essere preceduto da indicazioni sui dispositivi da indossare, sulle modalità di utilizzo della linea vita e sull’identificazione delle zone pericolose.
Infine, ogni cantiere deve essere dotato di un piano di emergenza, comprensivo di procedure per il recupero in caso di caduta e di indicazioni per l’allertamento dei soccorsi.
L’addestramento del personale su tali procedure è obbligatorio e deve essere verificato periodicamente.
Adesso sai quali sono le strategie per prevenire le cadute nei lavori in quota su lamiere grecate
I lavori in quota su lamiere grecate impongono una gestione attenta e strutturata dei rischi legati alla caduta dall’alto.
L’adozione di dispositivi di protezione adeguati, un’organizzazione meticolosa delle attività e la formazione continua del personale sono gli elementi chiave per garantire un ambiente di lavoro sicuro.
Ogni intervento deve essere preceduto da una valutazione tecnica accurata e accompagnato da misure preventive coerenti con la configurazione della copertura.
Solo un approccio integrato e responsabile consente di ridurre al minimo gli incidenti e di proteggere efficacemente gli operatori durante l’esecuzione delle attività in quota.
Informazioni tratte dal sito ufficiale: https://www.pegasoanticaduta.it/sistemi-anticaduta-dall-alto/linea-vita-flessibile-tipo-c-per-lamiere-grecate/